martedì 20 novembre 2007

Quando fà comodo dare del pazzo...




Pochi dei giovinastri, che girano per le città coi loro scooter e i loro capelli a spazzola, ricorderanno il film, "il medico dei pazzi", dove un parente del sindaco di roccasecca (i cui panni sono vestiti dal principe della comicità, totò), fà credere a quest'ultimo che la pensione in cui abita sia un manicomio, che gli inquilini siano pazzi e che lui ne sia il direttore. Il povero malcapitato, durante l'assenza del proprio parente, visita la pensione, incontra gli inquilini e, credendoli pazzi, fà tante promesse che non saranno mantenute, sino all'arrivo del parente, che si trova costretto a chiarire tutto.
Benchè questo film non abbia riscosso particolare successo, a causa delle riprese fatte in tre sole settimane, e della ripetitività delle situazioni e delle gag comiche, fà riflettere molto su alcune concomitanze con la vita reale.
Ma dobbiamo staccarci dal comico totò e fare un salto nella rossissima cina degli anni '50 per capire qualcosa, dove la situazione non è poi così comica.


Siamo precisamente a Hong Kong, dove risiede un certo Edward Hunter Jr., corrispondente americano di un giornale di Miami che nota lo strano comportamento di alcuni cinesi (successivamente anche coreani) e successivamente ne pubblica le interviste su un particolare quanto famoso libro: "Brain-Washing in the red china. The calculated destruction of men's minds" ("Lavaggio del cervello nella cina rossa. La distruzione calcolata della mente umana").
"Brain Washing" (in italiano "Lavaggio del cervello") è la traduzione della parola cinese "hsi nao ", che in realtà significa "purificare la mente". Così veniva chiamato (impropriamente, a mio avviso) il sistema per "convincere" i cinesi, ad amare l'allora dittatore Mao Tse Tung ed il comunismo, evitando, quindi rivolte.

Questo "metodo" veniva praticato in due modi:

Il primo, consisteva nel far credere ai popolani, nel caso vi fosse stato un'eventuale sobillatore, che egli era pazzo, e gli veniva detto più volte, pubblicamente, finchè anche lui non si convinceva di esserlo.

Questo metodo era usato anche nei giovani, che fin da piccinini, venivano addestrati a rispettare mao e il comunismo. Le sue effigi erano ovunque, nelle scuole si leggevano i suoi scritti, e chiunque osava dire qualcosa contro, subiva dure punizioni. Oltre a ciò, i concetti venivano ripetuti moltissime volte per persuadere i malcapitati.
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Citazione:







« Uno studente ha così descritto il processo: "A forza di usare
gli stessi schemi verbali per tanto tempo, si è così abituati ad essi che se ne
è incatenati. Pur non ammettendo di aver adottato questo tipo di ideologia, in
effetti una persona se ne serve inconsapevolmente, quasi automaticamente. Era
tale lo stato di confusione nella mia mente, che non avrei potuto dire o fissare
in che cosa credevo.". »
(Robert J. Lifton, "Brainwashing in perspective, in New Republic" 13 maggio 1957)






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Il secondo metodo, invece, era quello della forza bruta. I sobillatori e tutti coloro che erano contrari al comunismo, venivano messi in dei lager chiamati "Laogai".

Il giovane ventiduenne Zhang Xianliang, arrestato con l'accusa di essere un poeta (Ebbene sì, era vietato anche questo), racconta la vita al suo interno:
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Citazione:





« Gli uomini del nostro gruppo cominciarono a morire uno dopo
l'altro. Se ti alzavi al mattino e scoprivi che il detenuto accanto a te era
morto, dovevi riferirlo al capogruppo nel modo seguente: "Capogruppo, il tale è
morto". Qualunque cosa accadesse, non dovevi mai dire: "Capogruppo, è morta
un'altra persona!". Chi non è stato nei campi negli anni sessanta non può capire
questa sottile differenza linguistica. [...] "Hai detto che un'altra persona è
morta! E questo cosa dovrebbe significare? Se una persona è morta, è morta,
perché insisti aggiungendo un'altra? Vuoi gettarci fango addosso, prenderti
gioco della situazione altrui? Perché ti preoccupi di un'altra persona morta e
non di un'altra persona che è stata completamente
rieducata?" »
(Zhang Xianliang, "Zuppa d'erba" 1996)




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I cinesi erano consenzienti a quanto accadeva a loro, ai loro amici, ai loro fratelli o sorelle, ai loro parenti sia perchè qualsiasi loro opposizione, oltre ad essere stata vana li avrebbe condannate alla morte sicura, sia perchè "le sfere alte" ponevano queste "rieducazioni" nel seguente modo:
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Citazione:







« Ciò che a noi sembra un complesso di manovre coercitive è per
i comunisti un'esperienza che eleva moralmente, mette in armonia e risana. [...]
Siamo così di fronte ad una manifestazione di totalitarismo, ad una politica
arbitraria in uno Stato monolitico; ma, al tempo stesso, di fronte al prodotto
di un potente movimento ideologico, di una mistica pseudoreligiosa che crea sia
le esigenze che il fervore atto a realizzarle. »
(Robert J. Lifton, "Brainwashing in perspective, in New Republic" 13 maggio 1957)




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Qualcuno potrebbe obiettare che i "fattacci" sono avvenuti anni fà, sia che il "buon vecchio Mao " lo faceva per bene, anche se per le sue azioni, Hitler in confronto era un'angioletto, ma in ogni caso tutte queste cose (ad eccezione, forse, dei lager) esistono ancora. Oggi il dare del pazzo a qualcuno, serve per screditarlo agli occhi degli altri, per farlo dubitare di se stesso, e per "attaccare" qualsiasi idea contraria alla propria. Tutti quei giovani morti per bullismo, tutti quei suicidi, omicidi e via dicendo, sono causati da questo "lavaggio del cervello" che, in una civiltà dove vige la schifosa regola animale dove il più forte vince, il più forte usa il lavaggio del cervello per sopprimere il debole e portarlo realmente alla pazzia o alla morte.


In ogni caso la verità è una sola: hanno chiuso i manicomi perchè han fatto credere che i pazzi non ci stanno più, mentre i veri pazzi sono dovunque, in qualsiasi strato sociale e in qualsiasi carica sociale, e tentano ogni giorno di uccidere i sani, che trascorrono ogni giorno della loro vita combattento sino allo stremo per sopravvivere. Quando i forti raggiungono il culmine, allora segue il gesto estremo che mette fine alle sofferenze. Gran parte di questi pazzi sono i tamarri e i modaioli i quali davvero, più che umani dovrebbero definirsi animali.

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